Il numero degli addetti sfiora le 13.000 unità registrando un + 17% nelle imprese dedicate alla R&S biotech a capitale italiano; gli investimenti in R&S biotech superano i 760 milioni, con una crescita del 22% tra il 2014 e il 2016. Nel corso del 2016, il 72% delle imprese si è autofinanziata, oltre il 40% ha avuto accesso a grants, il 22% ha fatto ricorso al capitale di debito, mentre soltanto il 6% ha potuto accedere a finanziamenti di Venture Capital.Il Rapporto evidenzia inoltre che il biotech nazionale è un settore con un’elevata proiezione sui mercati esteri. La quota di imprese esportatrici (38% nel 2015) risulta in tendenziale aumento negli ultimi anni rilevati ed è pari mediamente a più di 1 volta e mezza quella del comparto manifatturiero (23% delle imprese nel 2015) e sette volte quella relativa all’industria italiana nel suo complesso, sostanzialmente ferma a poco meno del 5%.La Lombardia si conferma la prima regione in Italia per numero di imprese (162 pari al 28% del totale), investimenti in R&S (23% del totale) e fatturato biotech (32% del totale). Seguono Lazio (58) ed Emilia Romagna (57) per numero di imprese. Guardando invece agli investimenti in R&S, dopo la Lombardia è la Toscana la regione che più investe nel biotech, seguita dal Lazio, delineando in questo modo una mappatura chiara delle aree trainanti del Biotech in Italia.
I numeri del biotech italiano; un capitolo sulle attività di ricerca e sviluppo; un’istantanea del settore nell’area della salute, dell’agricoltura e zootecnia, dell’industria e ambiente; un focus sulla bioeconomia e sulle misure a sostegno dell’innovazione: questi sono i principali temi al centro del lavoro. I dati rilevati nell’ambito del Programma
Statistico Nazionale confluiranno nelle statistiche sull’industria biotecnologica curate dall’OCSE - Organizzazione
per la cooperazione e lo sviluppo economico, di cui questo rapporto mutua la metodologia.
Sulla base dei dati stimati, le imprese biotech che operano in Italia si confermano un comparto fortemente innovativo
e dedito alla ricerca, con eccellenze in tutti i settori di applicazione delle biotecnologie. Basti pensare alla leadership
italiana nella medicina di precisione e nelle terapie avanzate, dove ben tre terapie sulle sei attualmente autorizzate
in Europa sono frutto di attività di ricerca, sviluppo e produzione italiane. Un comparto, quindi, dinamico e ad alta
tecnologia, potenzialmente pronto a cogliere le sfide e le opportunità del settore biotech a livello internazionale.
Un settore industriale, tuttavia, che ha urgente bisogno di una strategia nazionale a favore di innovazione e
ricerca di medio-lungo periodo, fatta di misure stabili nel tempo, così come di una governance efficace, certa
e centralizzata: misure che permetterebbero alle imprese di superare il limite di una dimensione spesso troppo
piccola e di garantire al Paese ricadute importanti.