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Direzione Trasferimento Tecnologico

Indagine Biotech 2016

indagine biotech 2016

ENEA e Assobiotec hanno realizzato per la prima volta insieme l’indagine “Le imprese biotecnologiche in Italia – Facts & Figures” nata da un’accurata rilevazione statistica condotta sulle imprese di biotecnologie attive – quasi 500 - in Italia a fine 2015.

Con questa indagine, presentata a Milano il 17 maggio, il Servizio Industria e Associazioni imprenditoriali dell’ENEA e il Centro Studi dell’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica hanno inteso presentare in sintesi i dati che caratterizzano l’industria biotech italiana e offrire una breve analisi del contesto all’interno del quale le imprese del settore si trovano oggi a operare, con riferimento ai bilanci 2014 nonché alle stime fornite dalle aziende stesse circa i risultati e le prospettive di sviluppo attesi.

L’industria biotecnologica italiana è protagonista di uno straordinario sviluppo, riconducibile a diversi fattori tra i quali l’indiscussa eccellenza della nostra ricerca accademica e industriale e la straordinaria capacità delle imprese di trasformare l’innovazione in prodotti di valore. Più della metà di queste (256) è costituita da imprese dedicate alla R&S biotech, vale a dire da aziende che dedicano oltre il 75% dell’investimento totale in R&S ad attività di ricerca biotech. La grande maggioranza delle imprese biotech italiane (75%) è costituita da aziende di micro o di piccola dimensione; una percentuale che sale al 90% quando si considerino le sole aziende dedicate alla R&S biotech, che costituiscono, quindi, l’elemento trainante dell’intero settore. Il fatturato biotech totale supera i 9,4 miliardi di euro, gli investimenti in R&S gli 1,8 miliardi e il numero totale degli addetti biotech le 9.200 unità. L’industria biotecnologica è un comparto ad alta intensità di ricerca: l’incidenza degli investimenti in R&S biotech sul fatturato delle imprese dedicate alla R&S biotech a capitale italiano è del 25%, con punte fino al 40% per molte di queste.

Per la raccolta delle informazioni si è fatto diretto riferimento ai questionari inviati alle imprese del settore, all’analisi dei bilanci disponibili e ai siti internet aziendali. Le imprese sono state classificate secondo i parametri previsti dalla metodologia OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development).

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